Cina, il dragone si trasforma in fenice?

Tempo di lettura: 3 min

Sono diversi mesi che gli inidici azionari cinesi continuano a registrare segni negativi. Da Febbraio 2021, il dragone è salito su uno scivolo che sembra ancora non aver trovato una fine. La performance complessiva dei listini più noti (Hang Seng, China A50 e Shanghai SE A Share) oscilla tra il -40 e il -50%. Ad oggi, è uno dei pochi paesi, che in termini finanziari, non ha avuto nemmeno il sussulto del rimbalzo del gatto morto.

Come mai? Dovremmo forse credere che la Cina non sia più un mercato solido?

Sul "Come mai?", ex post la risposta non è troppo complessa. Nel 2020 i paesi più sviluppati erano ancora alle prese con i lockdown, al contrario, la Cina sembrava godere di una perfetta organizzazione sanitaria e sociale. In termini di risposta al Covid dava l'impressione di aver trovato il modello giusto per tenere il motore dell'economia caldo e un forte controllo sulla diffusione del virus. La loro apparente bontà di gestione aveva suscitato la curiosità anche nel settore finanziario, tant'è vero che mentre gli indici americani tornavano in pari rispetto a Febbraio '20 e quelli europei guardavano quel massimo relativo con il binocolo, gli indici cinesi volavano sui massimi assoluti. Il sentimento popolare che aleggiava tra gli investitori era che di lì a qualche anno sarebbero diventati la prima potenza mondiale.

A febbraio '21 il motore dell'economia inizia ad ingolfarsi, è l'inizio del disastro:

la crescita registrata resta decisamente sotto le aspettative; il governo interviene nell'economia reale e conseguentemente su quella finanziaria; gli alterchi con Jack Ma provocano un'iniziativa, quanto meno discutibile. Il governo decide di mettere in discussione il potere di mercato delle multinazionali interne. In poche parole affossa le proprie aziende; gli Stati Uniti minacciano di delistare le società cinesi se queste non si adeguano alla normativa US; il Covid viene sconfitto nel resto del mondo, mentre in Cina la popolazione resta segregata in casa, comportando il blocco delle attività economiche; il rialzo tassi colpisce il mercato real estate, mettendo in ginocchio un colosso come Evergrande; la disoccupazione vola sui massimi storici ed è arresto immediato se qualcuno si azzarda a dire che l'economia cinese non cresce come dovrebbe.

Eppur si muove

Il mercato immobiliare continua a patire le pene dell'inferno, un altro colosso, come Country Garden, pare sia sull'orlo del fallimento,  per questo motivo il governo cinese sembra intenzionato ad intervenire nuovamente nell'economia reale, stanziando oltre 130 miliardi di dollari a sostegno dell'immobiliare... due spiccioli, più o meno.

L'impulso all'economia reale potrebbe non terminare qui. In barba agli accordi sul libero mercato, potrebbero piovere nelle tasche delle aziende altri soldi pubblici, come in passato. 

Mentre il resto del mondo guarda passivamente le decisioni interne dell'economia cinese, il mercato finanziario resta lo strumento di consenso o dissenso delle loro politiche economiche. Ad oggi gli indici azionari si sono mossi come i gamberi, un passo in avanti e tre indietro, tornando, in questa maniera, sui livelli di cinque anni fa. 

La seconda domanda non trova facili risposte.

Molti gestori di fondi hanno un espresso un parere positivo, definendo in questo momento il mercato finanziario cinese come un'opportunità in base da una relazione di prezzo/valore, ma nessuno ancora si è mosso in maniera sostanziale.

Ad opinione perosnale, anche nella costruzione di un portafoglio di investimento il comparto azionario cinese ha subito, in termini di considerazione, un ridimensionamento importante. Le opinioni sono molte e buona parte positive, tuttavia i fatti non lo rendono più un asset imprescindibile. Vi è la consapevolezza che rappresenti la seconda potenza mondiale in termini di economia reale e finanziaria, ciò nonostante lo spauracchio dell'intromissione governativa e i conflitti della politica estera, non fanno rimanere sereni gli investitori. Il personale downgrade è stato significativo, con una definizione poco finanziaria, è passato da "ottima alternativa azionaria, per una buona diversificazione" a "fiches da mettere per non perdere un eventuale rialzo".

La Cina è a terra,  sotto un cumulo di polvere.

Il mondo rimane alla finestra, per scoprire se il dragone saprà trasformarsi in fenice e rinascere dalle proprie ceneri.